La viticoltura a Neoneli viene praticata almeno dal II sec. a.C., ciò è riscontrabile dalla presenza di svariati palmenti – impianti enologici in pietra – che gli studi attribuiscono a tale epoca.
Sino a qualche secolo fa le vigne si trovavano prevalentemente nelle immediate vicinanze del paese, nei versanti rivolti ad ovest e nord-ovest e caratterizzati dalla presenza della pietra trachitica per cui, considerata la facile lavorabilità della stessa, i palmenti venivano ricavati all’interno di grossi massi stabilmente ancorati al terreno.
Successivamente la coltivazione della vite è stata concentrata prevalentemente nella parte rivolta a sud del territorio di Neoneli, ampie distese di sugherete che vennero estirpate per lasciare spazio alle vigne, generando un paesaggio rurale di pregevole bellezza dove le sughere ancora presenti dialogano armoniosamente con i vigneti adiacenti. Si tratta della vallata di Canales, particolarmente vocata alla viticoltura coni suoi terreni, originati dal disfacimento della roccia granitica,ottimamente esposti al sole e ai venti.
Qui gli unici affioramenti rocciosi erano di granito, una pietra durissima da lavorare, per cui i viticoltori idearono una nuova tipologia di impianto enologico, costituito da più parti: una costruzione quadrangolare di pietre a secco, chiamata Arcivu (arcivos al plurale), funzionale allo stoccaggio dell’uva in attesa di essere pigiata; una vasca di pigiatura, detta lacu de catzigae, munita di un beccuccio o di un foro di scolo; una vasca di raccolta posizionata ad una quota inferiore, denominata iscutorgiu, in genere collocata in senso trasversale rispetto alla prima vasca.
Una volta eseguita la pigiatura, il mosto veniva messo all’interno di una botte e le vinacce dentro un apposito contenitore in legno, col carro a buoi venivano trasportati sino alle piccole cantine domestiche, dette magasinos, dove si rimescolavano tra di loro per la fermentazione all’interno di appositi tini. In genere ogni vigna disponeva di un proprio arcivu, a volte l’impianto era al servizio di più vigneti. Oggi son rimasti circa una quindicina di arcivos,essi rappresentano un’importante testimonianza di archeologia agricola.
La vallata di Canales è costituita da diverse località, ciascuna con un proprio nome, e comprende circa 130 piccole vigne ad alberello tutte concepite per la produzione del vino necessario per il fabbisogno familiare.
La loro altitudine varia da un minimo di 450 m a un massimo di 550 m slm e nella generalità dei casi sono costituite da almeno 10 varietà diverse di vitigni: cannonau, monica, muristellu, pascale, cagnulari, carignano, nieddumannu, nieddusaludu, cinsault, nuragus, vermentino, moscato, uva da tavola.
Le uve a bacca rossa, vinificate tutte assieme, danno vita al nostro vino tipico che a Neoneli viene prodotto da secoli e che noi continuiamo a produrre, il suo nome è quello della vallata che lo concepisce: Canales.