Piccola e grande insieme, Neoneli è uno scrigno di bellezza che si estende per quasi 50 kmq.nonostante i suoi abitanti siano meno di settecento.
In bilico fra la provincia di Nuoro e quella di Oristano, cui appartiene, il paese offre un territorio ricco di testimonianze nuragiche e romane.
Il suo grazioso centro storico, ben conservato com’è, vanta un fascino che richiamai borghi provenzali, e alcuni belvedere mozzafiato che permettono alla vista di spaziare fino al mare. Le sue caratteristiche casette in trachite rosa aggiungono un’emozione in più all’antico reticolo di stradine che le contiene tutte.
D’intorno, a perdita d’occhio, campagne verdissime: capaci di offrire sensazioni diverse in accordo con le stagioni.
Ricche d’emozione sono le principali feste religiose,il Carnevale,Licanìas Festival e Licanìas&Lichìtos, e molto rinomato è il canto a tenorea sa Neonelesa, interpretato da varieformazioni e da oltrequarant’anni dal Coro CulturaPopolare Tenores di Neoneli.
La severa e imponente chiesa parrocchiale del Seicento è intitolata a San Pietro Apostolo:venne portata a termine dal Maestro Pietro Pinna con una splendida facciata in trachite rosa,di modulo quadrato, fiancheggiata dalla torre campanaria.L’interno ha un’unica navata, con due cappelle laterali: oggi destinate alle confraternite del Santissimo Rosario e di Santa Croce. Fra le statue, spicca per imponenza quella lignea dedicata al Santo Patrono. Nell’altare laterale sono ospitate quelle degli Arcangeli Raffaele,Michele e Gabriele. All’Arcangelo Gabriele è intitolata anche una piccola chiesa rurale, risalente al 1600 e situata nella vicina località campestre “S’Angelu”.
Alle pendici del Monte Santa Vittoria si trova,poi, il prezioso Parco di Assai che si estende per 1247 ettari. Il parco è popolato da cinghiali, cervi, daini e altre specie faunistiche di pregio. Numerosi i possibili percorsi, tra i boschi, con fonti d’acqua e grandi massi dalle forme più inconsuete.
Tra questi, al confine con il territorio di Austis,spicca “Sa Crabarissa”, un monolite granitico alto più di 40 metri e raffigurante – secondo la leggenda – una fanciulla pietrificata a causa di un rifiuto amoroso. Nei boschi circostanti regnano querce da sughero, roverelle,alberi di leccio e agrifoglio. Il Parco di Assai dispone inoltre di un ricco museo faunistico.
Il resto lo fa una campagna densa di asfodeli fioriti, erica, germogli di fico, peri selvatici, e vigneti che in primavera, a perdita d’occhio,si risvegliano dal torpore invernale con la grazia delle farfalle nascenti. E, poi: il silenzio, i profumi, i raggi del sole a pizzicare il volto, l’aria di montagna, i greggi ordinati di pecore e capre, la saggia nodosità delle querce, le fontane d’acqua gelida, gli inattesi pozzi, le case disabitate dall’uomo (ma non dalla natura) la piazza del mercato,gli enormi buoi al pascolo, il sapore forte del vino locale, il pane fatto in casa (che profuma d’infanzia e di nostalgia) e i bambini festosi delle scuole.